Un giro di telefonate prima di andare dal responsabile per capire come muoversi a Bologna.
L’ambiente dove entrarono era ovattato, senza suoni e né odori. Bianco panna, asettico ed in grado di non provocare emozioni. In certe aziende l’uso di alcuni colori neutri in ambienti di formazione e consultazione è la base.
Quel bianco privo di inflessioni lo deprimeva. La formazione e l’indirizzo di cosa ottenere dal refresh durò circa un’ora e mezza.
La cravatta nera con dei pallini rossi slacciata per dare al pomo d’adamo quella libertà di movimento che richiede.
“Signori, cerchiamo di dare un’immagine dell’azienda il più professionale possibile. Confido in voi e nel vostro operato. Questo refresh ci sarà utile per aprirci a nuovi mercati dove possiamo dire la nostra. Yes we can!”. Chiuse con queste parole il responsabile aziendale quel meeting dove tutto era stato messo a puntino. Compresi quei dettagli infinitesimali che rendevano l’azienda una delle leader a livello europeo.
Prima di mercoledì mattina c’era da affrontare il fine settimana. Intanto in macchina con Antonio si parlava del nuovo refresh. Il collega non era mai entusiasta di andare in trasferta, se non fosse per le sue esperienze extraconiugali. Per il resto le avrebbe cancellate dal suo lavoro. Conversazioni vuote, strette di mano infide, sguardi interessati. Non c’era niente. Per fortuna che c’era sempre qualcuna da castigare.
Erica andava avvisata il lunedì sera, ma c’era tempo. Sapeva che non doveva contattarlo: si sarebbe fatto vivo lui. Lei doveva adeguarsi a quei movimenti stretti in un tunnel che, al minimo errore, poteva diventare senza via d’uscita.
La sua macchina sotto la casa di Antonio tornava a suonare allegramente con il motore pronto a ripartire. Il gioco della macchina rotta aveva funzionato. Tempo qualche giorno e la moglie avrebbe dimenticato l’episodio.
Lo attendeva un weekend di partite da vedere in tv, con qualche bustina di patatine e una birretta accanto. Magari la sua squadra del cuore gli regalava qualche gioia…
Continua…